mercoledì 24 novembre 2010

Lanvin for H&M: io NON c'ero - Lanvin for H&M: I wasn't there

Ieri, 23 novembre 2010, è stata una data storica. No, non perché si è celebrato il 30esimo anniversario del Terremoto in Irpinia e neanche perché ho aperto ufficialmente questo blog, ma perché da ieri (o per meglio dire, ieri) in 200 stores selezionati in tutto il mondo (7 in Italia) è stata messa in vendita l’ormai celeberrima collezione “Lanvin Loves H&M”.
So che non sarà certamente il modo più simpatico per introdurmi nel (già sovrappopolato) mondo dei "fashion blog", ma non potevo esimermi dal parlare dell'enorme (gonfiato?) fenomeno del momento.
Premettendo che ho sempre amato alla follia l'eleganza dello stile Lanvin (come non ricordare, per citare solo un esempio, il delizioso miniabito da sposa indossato da Sarah Jessica Parker nel primo film di "Sex and the City"?) e che circa il 40% del mio guardaroba proviene da H&M, secondo me in questa collaborazione qualcosa non ha funzionato.
Tutto quello che ho visto in questa collezione (parlo della parte femminile, sull’abbigliamento maschile non mi ritengo in grado di esprimere commenti) sono stati capi d'abbigliamento spesso importabili, ricopiati, di bassa qualità e dai prezzi ingiustificati. Mi spiego meglio: avrete letto ovunque come diversi pezzi, soprattutto abiti, siano stati liberamente realizzati a partire da bozze di collezioni passate Lanvin, in particolare dalla collezione P/E 2009 (basti pensare al famoso vestito monospalla rosa accesso, che nella sfilata in questione era invece di uno splendido color rosso acceso); ora, riferendomi in particolare agli abiti, c'è da dire che ciò che mi ha fatto particolarmente specie non è stata tanto la palese ricopiatura, quanto più il fatto che si è pensato di copiare, insieme al modello, anche il metodo di realizzazione del capo originale. Nulla di più sbagliato. Il cosiddetto “taglio a vivo” dà un effetto semplicemente splendido se effettuato su tessuti di ottima fattura, ma se invece la stoffe impiegate sono di bassa qualità, l’effetto finale è quantomeno orrido, in quanto la tecnica di taglio causerebbe alle estremità del capo la fuoriuscita di fili e il lavoro sembrerebbe incompiuto (ricordo inoltre  che si presuppone che gli abiti in questione vengano indossati durante circostanze particolari -vedi aperitivi ecc-; ora mi chiedo: chi mai metterebbe ad un evento di un certo tipo un vestito da cui pendono visibilmente dei fili? La risposta la lascio a voi). Comunque, H&M avrà davvero tanti pregi, ma se solitamente è costretta a rinunciare ad una parte di qualità per abbattere i costi di produzione (puntando quindi sulla quantità di capi venduti), qui aveva invece la possibilità di offrire alle proprie clienti un’esperienza nuova: avrebbe potuto innalzare il livello qualitativo dei suoi capi, giustificando così un leggero aumento dei prezzi.
Quello che è stato fatto invece è, a mio parere, il peggio del peggio: non solo è stato mantenuto il medesimo livello (basso) di qualità, ma i prezzi sono stati notevolmente alzati. Come si dice: oltre il danno, la beffa.
E, vi dico, sono stati tutti questi “dettagli” a farmi passare da “arriverò davanti al negozio alle 3 del mattino” a “ma che si tengano i loro vestiti, tanto il tutto esaurito lo faranno lo stesso, anche senza di me” e che mi hanno messo un velo di tristezza: il sold out lo faranno lo stesso sì, ma i (tanto agognati) vestiti alla fine, se non siete “fashion icons” o del settore (ma anche lì la bocca mi si storce), rimarranno per la gran parte del tempo chiusi negli armadi, perché non saprete mai quando metterli; peccato.

Che cosa ne pensate?
Vi auguro una splendida serata! :)


English Version



5 commenti:

  1. “Le luxe, ce n'est pas le contraire de la pauvreté mais celui de la vulgarité“

    Forse questa frase sarebbe più appropriato che venisse citata in francese.
    Ma è solo una mia opinione.

    Ciao

    RispondiElimina
  2. Brava per il riferimento alla collezione del 2009, per quella del taglio al vivo, per la scrittura pulita e corretta. Ti fai comprendere, sei pacata e politicamente corretta, ma realista anche. E poi ti dico quello che tante volte hanno detto a me: la tua scrittura crescerà con te e con te si evolverà e magari prenderà strade inaspettate :)

    Ti abbraccio, in bocca al lupo

    RispondiElimina
  3. @Torquemood: in effetti è una bellissima idea quella di mettere la scritta in francese, solo che facendo così il significato della frase rimarrebbe sconosciuto ai più, mentre invece vorrei che rimanesse chiaro il punto di partenza del mio blog (che questa citazione riassume perfettamente)

    Ti (mi permetto di darti del tu) ringrazio comunque del consiglio! :)

    ps. ho dato un'occhiata al tuo blog e mi piace moltissimo il tuo modo di scrivere, inviti la gente a volerne sapere di più su di te e sulla tua visione del mondo. Solo un appunto: quando lo aggiorni?! Qua c'è gente bisognosa di lettura intelligente :D



    @La ScoMODAmente: non so come ringraziarti, davvero. Non hai idea di quello che le tue parole significhino per me: mi incoraggiano tantissimo a continuare quello che sto facendo :). Per quanto riguarda nello specifico la mia scrittura hai perfettamente ragione; in fondo un blog non è bello anche per il fatto che ti permette di ricordare com'eri anche solo qualche mese fa?

    Ti mando un grandissimo bacio e ti rigiro l'in bocca al lupo, te lo meriti proprio! :)

    RispondiElimina
  4. Ti ringrazio. In realtà il mio blog non nasce tanto con l'intento di farmi leggere, quanto come una sorta di vomito-diario che mi permetta di sfogare le mie frustrazioni e mi sproni a scrivere. Appunto, un luogo che oltre a svolgere la funzione di contenitore possa anche permettere ai miei deliri di essere letti ed apprezzati o scherniti da chiunque vi si imbatta.
    Ho provato a fare questo con Facebook, ma chi sa perché, i miei "cosiddetti" amici si sentono sempre tirati in causa da una o dall'altra delle mie invettive.

    Spero anche io di riuscire a pubblicare qualcosa, prima o dopo.

    Sapere che qualcuno attende...

    RispondiElimina
  5. Hai fatto bene a creare il tuo blog in pseudo-anonimato (che poi traspare mille volte di più quello che sei da ciò che scrivi piuttosto che dal sapere quale sia il tuo nome, che cosa tu faccia nella vita ecc) e lontano da Facebook, non solo perché in questo modo sei veramente più libera di scrivere quello che davvero senti, ma anche perché, pur senza volerlo, più gente ti potrà leggere e potrà essere (direttamente o meno) influenzata da quello che dici.

    Comunque, io di sicuro attendo con ansia (o meglio, curiosità) i tuoi nuovi scritti! :D


    Ti auguro una buonissima giornata! :)

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...