In tempi di crisi, negatività, bruttezza e malessere diffuso, l'atto più rivoluzionario é, a mio parere, quello di (continuare a) ricercare il Bello.
Si tratta di un'azione quasi controversa, se si pensa che l'attuale crisi finanziaria (prima) ed economica (ora) ha afflitto e continua ad affliggere i più basilari aspetti della vita quotidiana (lavoro, educazione e sanità in primis) e porta con sé nient'altro che presagi nefasti.
È anche questo uno dei motivi che mi hanno portato a non scrivere su questo blog per un così lungo lasso di tempo: in un periodo così terso, cupo e quasi irreale come quello attuale, parlare di collezioni, tessuti, fotografie ed arte mi sembrava talmente fuori dal tempo che, ogni volta in cui volevo scrivere qualcosa, la mente faceva un passo indietro, trascinando con sé anche le dita delle mani.
Ma forse mi sbagliavo.
Forse é proprio in tempi neri come questi che si ha la necessità di vedere che qualcosa di Bello esiste ancora.
Forse é proprio questo il momento di scremare la massa informe e molliccia di conformismo ed apparenza per arrivare a trovare il Bello "Vero".
Forse é proprio il tempo così duro e destabilizzante quello che ci porta a ri-trovarci e ri-attivarci per raggiungere vette più alte.
Forse, e qui riprendo un famoso discorso di Kennedy, é proprio questo che la lingua cinese intente quando, per descrivere la parola crisi, utilizza due ideogrammi: il primo indica "pericolo" e il secondo "opportunità".
PS. Non si capisce che sono nella fase cinese.
Ho deciso di andare a vivere un anno a Beijing, dopo Londra e dopo la laurea, cioé
tra...2 anni e mezzo se tutto va bene. SE TUTTO VA BENE.
Comunque vi avviso, son tornata.
Scriverò poco, perché sono stra(stra) fitta di impegni, ma cercherò di aggiornare con
cadenza regolare.
Au Revoir!
"Some people think luxury is the opposite of poverty. It is not. It is the opposite of vulgarity.” -Coco Chanel-
sabato 26 novembre 2011
La Ricerca del Bello
giovedì 25 agosto 2011
Viva l'italia
"[...] La popolazione è in ginocchio e il proprio Paese in vendita.
Vederla tutta riunita questa cosca ci umilia, dovremmo avere il coraggio dei libici ma a noi è stato tolto anche quello, in Libia c'era un solo dittatore, da noi mille dittatori che non hanno solo affamato la popolazione ma l'hanno calpestata al punto che si sta ancora in ginocchio incapaci di sollevare le mani dalla terra. Facce che fanno vergogna, che passeranno alla storia come la DIARREA ITALIANA. Questo periodo storico del nostro Paese verrà ricordato proprio così dai nostri figli che condanneranno anche il nostro comportamento, la nostra ignavia, la nostra vigliaccheria e incapacità di lottare, per conservare i diritti che i nostri padri ci avevano assicurato con il loro sangue. Abbiamo sopportato che la mafia scrivesse le leggi per noi, abbiamo sopportato che mastro Titta dettasse legge ai lavoratori, che i sindacati curassero gli interessi dei padroni, che le associazioni malavitosi gestissero i nostri soldi. Abbiamo permesso che le migliori menti andassero ad arricchire altri popoli e noi affidare agli asini le leve del potere.
Certo è anche nostra la colpa se queste cosche hanno potuto sfregiarci e sfregiare il nostro Paese. Mentre celebriamo la Messa da requiem chiediamo alle generazioni future di perdonarci: l'Italia muore ma noi siamo ancora vivi per raccogliere le macerie e ricominciare a costruire!
Voglio gridare anche io come i nostri eroi morti per la libertà: W L'ITALIA!"
commento della Sig.ra Maria Pia Caporuscio in risposta al seguente articolo "La musica è finita" , pubblicato sul blog di Beppe Grillo del 25 / 08 / 2011.
Chiunque lei sia, se mai la incontrassi per strada, le offrirei un caffé, anche nel caso in cui non me lo potessi permettere.
fonte: http://www.beppegrillo.it
mercoledì 17 agosto 2011
The Dark Side of Flowers
No, non è un trafiletto strappato dalle pagine di Vogue o Harper's Bazaar. Proviene dal meno patinato (ma più diretto) magazine di Asos, colosso inglese della moda (non sempre) low cost.
L'ho trovato insolito, interessante e davvero di grande ispirazione.
PS. Pongo una domanda: sono la sola ad aver abbandonato totalmente le riviste di moda (ed in genere la carta stampata -sia essa di quotidiani, riviste ecc., ma NON libri-)? Quasi la totalità degli editoriali (e degli articoli) a livello mondiale è rintracciabile online e delle altre interviste inutili e praticamente uguali le une alle altre faccio volentieri a meno. C'è qualcun altro che ha abbandonato/sta abbandonando la carta stampata?
Baci miei cari lettori!
(...Sono definitivamente tornata!! :D)
No, it's not a short article taken from the glamourous pages of Vogue or Harper's Bazaar. It comes from the (just apparently) less cool Asos online magazine.
I've found it peculiar, interesting and VERY inspiring.
PS. I'd like to ask you something: am I the only one who has recently abandoned the whole range of fashion magazines (and all newspapers and magazines) on printed paper? Almost every editorial or article is easily available online and those almost-identical and boring interviews are not among my interests. Is there anyone out there who has abandoned/is abandoning printed paper, too?
Kisses to my all readers!
(...and I'm definitively back! :D)
Tags:
Asos,
Asos magazine,
don't call me trend,
Flowers,
printed paper
martedì 16 agosto 2011
Il meglio di: Resort 2012 (parte 2) - Best of: Resort 2012 (part 2)
(...continua da parte 1)
- la sperimentazione e la sovrapposizione di materiali e colori di:
≈ Diane Von Fürstenberg: chiffon, maglia mista a lurex e cotone. Giallo limone, menta e grigio
cemento. Tutti elementi perfettamente uniti da una sapienza e una ricerca fuori dall'ordi-
nario. Splendido.
- la sperimentazione e la sovrapposizione di materiali e colori di:
≈ Diane Von Fürstenberg: chiffon, maglia mista a lurex e cotone. Giallo limone, menta e grigio
cemento. Tutti elementi perfettamente uniti da una sapienza e una ricerca fuori dall'ordi-
nario. Splendido.
≈ Nanette Lepore: finalmente stampe e sovrapposizioni nuove. Look divertente, giovane e
davvero ben studiato.
≈ Balenciaga: non sono solita amare il "nuovo" Balenciaga (quello di Désquière, per
intenderci), ma devo dire che in questa collezione l'impatto creato dagli accostamenti
tra colori e materiali diversi è sicuramente azzeccato e d'effetto.
Da usare come (preziosa) fonte d'ispirazione.
Tags:
Balenciaga,
Céline,
Chloé,
Derek Lam,
Diane Von Furstenberg,
dresses,
experimentation,
fabrics,
Givenchy by Riccardo Tisci,
jackets,
Matthew Williamson,
Nanette Lepore,
Resort 2012,
textures
domenica 17 luglio 2011
Back to Work
Lo so, il paragone con Andy Sachs è abbastanza inflazionato. Ma dovete perdonarmi, la fantasia in questo momento scarseggia.
Volevo dirvi che, da inizio luglio, ho ripreso a lavorare nello showroom di cui vi avevo parlato in questo post.
Ufficialmente sono una stagista (mi vale come stage per l'università), ma faccio esattamente ciò che facevo prima, se non peggio.
Vi dico solo che l'ultima attività da me compiuta è stata quella di prezzare capo per capo una collezione di circa 600 pezzi, dopo averla spacchettata e aver appeso ciascun pezzo sulle grucce.
Il tutto sorridendo e facendo finta di essere deliziata da questo compito.
Ma vi racconto .
Mr M. (il boss): "Carolina vieni un attimo"
Io (sudando freddo - quell'uomo è capace di ogni cosa -): "Mi dica! :)"
Mr. M.: "Vedi quelle etichette?"
Io: "sì, certo" (era un trabocchetto)
Mr. M.: "Ecco, le devi attaccare a tutti i capi di *nome della collezione*, facendo attenzione ai codici"
Io: "Certo, va benissimo!" :) (voglio morire)
Mr. M. se ne va
Venditrice (rivoltasi a me): "Sappi che quello che stai facendo è un lavoro INUTILE, perché io lavoro dai libroni e di quei cosi non me ne faccio niente"
Io: " Benissimo! :)"
...E, come se non bastasse:
domenica 3 luglio 2011
...e le commedie romantiche / ...and romantic comedies
Non so voi, ma io sono letteralmente drogata di commedie romantiche, ne ho proprio un bisogno fisiologico.
Penso di averne visto un numero talmente imbarazzante da far impallidire i produttori stessi.
Però ho deciso di smettere.
Smetto perché sono irreali.
Smetto perché sono tutte uguali (ma va? E' proprio questo il fulcro: sai esattamente come andrà a finire e gongoli proprio per questo).
Smetto perché, a lungo andare, non fanno bene.
Smetto perché, nonostante nei film si comportino come delle pazze ossessive/compulsive, le protagoniste sono sempre fighe (Katherine Heigl -ormai detentrice assoluta del premio "attrice da film romantici dell'anno"- ne é il più chiaro esempio) e riescono ad accalappiare dei pezzi di figlioli del calibro di Gerard Butler o Matthew Goode.
Smetto perché non ci crede nessuno che queste (le protagoniste di cui sopra, ndr) escano di casa con i capelli PERFETTI (notate: hanno sempre pettinature impeccabili e complicatissime, come a dire "guarda cosa ci succede appena ci mettiamo due forcine").
Smetto perché finisco, SEMPRE, con il commuovermi e il tifare calorosamente per i protagonisti.
Smetto perché al prossimo "awwwn" che emetto mi prendo a pugni da sola.
Smetto perché il gelato alla nocciola è diventato il mio migliore amico (sì, quello con i pezzettini di noccioline tanto buoni...quelli che, in tutta la loro dolcezza, vanno a finire direttamente sul popò).
Smetto perché passo più tempo a sognare che a fare.
Ed, infine, smetto perché voglio credere in amori reali, quelli fatti di persone e situazioni, incontri, sguardi e risate vere, che non seguono un copione.
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Ma il post si è fatto troppo serio e ciò non va bene.
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lunedì 27 giugno 2011
Cola in Fashion
Recentemente mi sono imbattuta in questo meraviglioso servizio dall' idea nuova, sarcastica e provocativa e, dopo aver visto la prima foto (vedi sopra), mi è venuto in mente un altro scatto in cui vi era un elemento simile: si tratta del servizio intitolato "Lolita" apparso sulla rivista australiana "Oyster Magazine", la cui prima (splendida) immagine raffigura la modella Bambi Northwood-Blyth che, con aria innocente, sorseggia al sole una lattina di Coca Cola Light.
I’ve recently come up with this wonderfulfashion editorial, which is based on a new, sarcastic and provocative concept. After having seen its first photo (just see above), another shoot came into my mind: it was the first image of an editorial called “Lolita”, published on the Australian “Oyster Magazine”, which portrayed the beautiful Bambi Northwood-Blyth drinking a tin of Coca Cola Light in a sunny day.
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l'abbinamento è, tra l'altro, davvero bello |
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